LA POVERTÀ |
Cosa c’entrerà mai la povertà con Genova, un appunto su questa virtù inserito in un sito che ambisce ad occuparsi della politica genovese? Nei giorni in cui il nuovo Vescovo si sta insediando sulla sua cattedra e tutti plaudono alla novità che arriva mi chiedo: tanto entusiasmo per una persona che per la maggior parte dei genovesi è un perfetto sconosciuto è dettato dalla solita voglia irrefrenabile che avvolge tanti di noi di applaudire sempre e comunque qualsivoglia novità o da un malcelato desiderio di manifestare il proprio disagio e scontento o critica nei confronti del vecchio che passa? A mio avviso tutte le cose, il gusto della novità e del cambiamento ed il tentativo di screditare quello che sta passando attraverso il plauso incondizionato del nuovo. Bene, non conoscendo padre Tasca né avendo mai letto alcuna sua opera o discorso, non applaudo né lo fischio, mi metto in una fase attendista (di stand by come dicono molti) per conoscerlo e capire la sua personalità, il suo insegnamento, il suo esempio. D’altronde non mi permetterei mai di giudicare una persona, massimamente se non la conosco, semmai i fatti oggettivi che compie, ma solo quelli che conosco personalmente. Detto questo vorrei invece elogiare la scelta che il nostro amato Cardinale Bagnasco ha fatto: andare a vivere nella Casa del clero intitolata al Cardinal Siri altrimenti detta casa dei preti vecchi. Una scelta di umiltà e di povertà, in coerenza con la sua vita da sacerdote, vescovo e cardinale che ho potuto conoscere ed apprezzare nei molti anni del suo servizio a Genova, mai sopra le righe, mai urlando la sua fede, mai costringendo i suoi preti a fare o non fare, ma esercitando una costante azione pastorale nel segno della coerenza. Alla faccia di chi critica l’arretratezza della chiesa genovese, la sua conformità all’insegnamento millenario della Chiesa, la sua ortodossia teologica vorrei ricordare una circostanza che mi è stata riferita da un sacerdote alcuni anni fa: nel Seminario Maggiore (quello del Righi per intenderci, fatto costruire dal Cardinal Siri), vale una regola da lui stesso dettata e mantenuta dai suoi successori: nessuna censura era ammessa. Tutti i libri potevano circolare liberamente, anche quelli più critici ed eretici, una sola limitazione era imposta: NO alla pornografia. Ecco allora una considerazione finale: ma il Cardinal Bagnasco è andato a vivere in un super attico in Via Roma o in Piazza Corvetto, o in una villa a Sant’Ilario, o in un palazzo storico dei “caruggi” (di quelli affrescati da Bernardo Castello o da altri artisti genovesi) o ha perseverato nell’umiltà e povertà che lo hanno sempre caratterizzato? Se vuole scriverci:MAIL |