UNA VOCE A GENOVA



BUCCI VENDICA TOTI

Ve la ricordate la passerella della De Micheli sotto il Ponte?

Non paga, giorni fa ne ha fatto un’altra, questa volta ha cambiato valle, si è spostata in Val Bisagno, per l’inaugurazione dei lavori per lo scolmatore del Bisagno, sei chilometri di galleria che portano l'acqua direttamente in mare

Come al solito mi chiedo: ma lei cosa c’entra? Cosa si crede che Genova sia una strada per lo strùscio degli snob come Via Montenapoleone o le strade centrali di Cortina e Courmayeur?

Comunque ha fatto bene a venire a Genova perché ha permesso a Bucci di farle il pelo ed il contropelo, un’elegante vendetta per quello che lei ha detto a Toti durante la passerella in Val Polcevera. Le parole che aveva pronunciate in quell’occasione erano state decisamente inopportune, un po’ mutatis mutandis, come se invitando una persona a cena, all’entrata questa, invece di stringervi la mano calorosamente ringraziando per l’invito, vi dicesse: occhio eh che sono venuto perché mi piace come cucini ma sappi che io e te siamo diversi ed io non concordo con le tue idee. Ma vi sembra? Un invitato che vi saluta in questo modo? Roba da sputargli in un occhio. Non che due amici debbano necessariamente andare d’accordo su tutto, anche io ho degli amici che non hanno le mie medesime idee, ma l’educazione vuole che i saluti siano cordiali ed educati, poi magari a tavola, tra un bicchiere e l’altro si può anche bisticciare, ma l’affetto e l’amicizia restano immutati.

Invece no, la prima cosa che disse in quell’occasione, nel suo breve discorso, è stata sostanzialmente questa: caro Governatore io e lei dissentiamo su tante cose, io non sono in sintonia con lei. E poi ha proseguito con le solite parole d’ordinanza che si dicono qundo si inaugura un’opera pubblica. All’epoca non era una vera inaugurazione, solamente la risalita dell’ultima trave di collegamento tra i piloni del Ponte.

A me sembra assurdo che in una cerimonia la persona invitata esordisca con una rimostranza nei confronti dell’ospite, uno sgarbo istituzionale che non è passato inosservato ai genovesi.

Ma ora Bucci non gliele ha mandate a dire, l’ha affrontata a muso duro, da febbraio stiamo aspettando l’OK al finanziamento per i lavori del trasporto pubblico, visibilmente deluso e seccato si aspettava giustamente che il Ministro gli portasse la comunicazione che il finanziamento è stato concesso. Non è vero, replica la De Micheli piccata, sono “solamente” quaranta giorni! perchè quello inviato inizialmente era sbagliato. Sarà vero? O era solamente un artificioso inghippo per ritardare e contestare il progetto e far vedere che a Roma lavorano alacremente? Ora io non ho accesso alle segrete stanze e quindi non sono in grado di dire chi abbia ragione, ma sono assillato da un dubbio, quaranta giorni per fare cosa? Ma semplice, per portare il tutto alla Conferenza Stato– Regioni.

La conferenza Stato–Regioni è un organo non costituzionale (cioè non previsto nella Costituzione), regolamentato da svariate leggi, da ultimo il decreto legislativo 281 del 1997 che all’articolo 2 ne definisce i compiti. Compiti ampi, decisamente ampi, non certo limitati al coordinamento dei progetti statali che coinvolgono più Regioni (penso ad una nuova ferrovia o ad un’autostrada sic!) come invece, nella mia ignoranza mi sarei aspettato.

Insomma, per dirla in parole povere, un carrozzone burocratico per ostacolare l’autonomia delle Regioni più intraprendenti ed attive, fatto apposta per mettere ostacoli alla realizzazione dei progetti. Mi dite cosa c’entra il Governatore della Calabria o della Val d’Aosta con la viabilità di Genova? Ecco la burocrazia che deve essere smantellata o ampiamente ridimensionata. Se Genova e la Liguria hanno un progetto che deve essere finanziato dallo Stato, lo mandano a Roma, lo correggono se Roma fa delle richieste non pretestuose, e poi viene approvato. Al netto del tempo per le modifiche, 10 giorni mi sembrano anche troppi, visto e considerato che, comunque, i progetti non nascono come i funghi dall’oggi al domani, se ne parla, se ne discute, si hanno contatti informali e formali con i Ministeri, insomma, quando arrivano a Roma sono già stati sviscerati in tutti i loro aspetti, sono largamente conosciuti, basta solo il timbro finale,

Eh troppo facile, troppo bello, bisogna pur dare da mangiare alle migliaia di impiegati ministeriali che costituiscono l’osso duro della burocrazia italiana!

In definitiva mi sembra che Bucci abbia ottenuto due risultati: rispondere per le rime ad un Ministro maleducato e senza tatto istituzionale né personale e ridicolizzare la burocrazia che molti criticano (lui per primo) e che viene usata per ritardare “ad personam” i progetti portati avanti dalla parte politica avversaria

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