UNA VOCE A GENOVA

“PIAZZA
L’EX PALAZZO DELLA BORSA

CHE STRANI AUGURI!

In questa giornata di frenetica attività per gli ultimi preparativi e di auguri ad amici e conoscenti, anche io, in modo un poco strano, voglio fare i miei personali auguri a questa città martoriata che nell’ultimo biennio ne ha sopportate di cotte e di crude.

Si incomincia il 14 agosto del 2018 ed è tutto un susseguirsi di disgrazie, ponti che crollano, mareggiate, strade che franano, frane che travolgono le strade, spiagge mangiate dal mare etc.

Bene (si fa per dire) a tutto questo si aggiunge l’ignavia e la pochezza di questo Governo che gioca col fuoco (degli altoforni) e potrebbe causare la chiusura dell’ex ILVA. Altra batosta per Genova (e per Taranto e per molte altre città) che vedranno decine di migliaia di disoccupati aggiungersi a quelli già presenti.

Non sono superstizioso ma tant’è esiste un detto “non c’è due senza tre”, speriamo che il 2020 non sia il terzo anno consecutivo di disgrazie, altrimenti finiremo tutti stesi. Ha ben ragione il Sindaco a dire che Genova non è in ginocchio, con un poco di autoesaltazione afferma che ci siamo subito rialzati, sarà anche vero ma rischiamo di finire coricati.

Bene, fatte queste amare considerazioni vorrei porgere i miei più sentiti auguri a tutti i genovesi, senza regali o telefonate, senza sdolcinate poesiole o frasi ad effetto bensì presentando loro un piccolo (anche se è risultato lungo) lavoro di analisi ed illustrazione del Decreto Genova che, come ben tutti sapete, è stato emanato dal Governo ma, in gran parte, è stato scritto a Genova. Infatti contiene numerose misure di sostegno, aiuto economico, semplificazione amministrativa e burocratica che sono state il vero sostegno e supporto all’attività che Bucci e Toti nelle loro rispettive qualità di Commissari Straordinari hanno messo in opera.

In aggiunta illustro brevemente l’attività che in questo primo anno (mi sono fermato al 14⁄8⁄2019) è stata meritoriamente eseguita dai suddetti e dalle varie società, tecnici, maestranze etc cui va il mio plauso incondizionato. Per questo l’ho intitolato “Un anno di duro lavoro”.

Vi avverto: leggerlo non è una passeggiata, è lungo, noioso, a tratti tecnico, concilia il sonno. Molto meglio in questo inverno tiepido andare a fare due passi in riva al mare. Comunque se qualcuno volesse cimentarsi lo può trovare ai seguenti link:

UN ANNO DI DURO LAVORO versione pdf






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