SUI FALSI? MODIGLIANI |
Non sono andato a vedere la mostra su Modigliani a Palazzo Ducale. Per fortuna! Per vedere delle dei falsi! Modigliani non mi piace, non lo ritengo un artista di prim’ordine. Ma i miei gusti personali non interessano a nessuno, sono opinioni private e quindi abbandono subito il discorso. D’altronde pare che tutti riescano ad imitarlo alla perfezione, al punto da far confondere i migliori conoscitori di questo autore. Ve la ricordate la storia (nel lontano 1984) delle teste scolpite da dei ragazzotti e fatte trovare a Livorno nel Fosso reale della Venezia realizzate in uno stile che richiamava quello del Modigliani? Metà mondo della storia dell’arte – nomi celebri come quelli di Carlo Giulio Argan, Dario Durbé e Cesare Brandi – gridò al miracolo. L’altra metà, come Federico Zeri, parlò di falso. L’esperto pisano Carlo Pepi non si fece ingannare e dichiarò subito che erano fasulle. Dunque le tele sono false! Lo afferma una perizia disposta dalla procura e redatta dalla signora Isabella Quatrocchi dopo che anche la signora Maristella Mergozzi, critica d’arte e funzionaria del Ministero del Beni Culturali aveva espresso dei dubbi. Le opere sarebbero “grossolanamente falsificate”. Nella mostra erano esposte 70 opere di cui 22 attribuite a Modigliani, di queste ne sono state poste sotto sequestro ben 21 al fine di evitare che, terminata la mostra, venissero spostate e quindi non più accessibili per i necessari controlli. La notizia era già apparsa Su Il Secolo XIX il giorno 22⁄5 QUI e nuovamente riporata il 30⁄5 QUI , perché la Fondazione ha aspettato il 13⁄7 a chiudere la mostra? Come sempre a pensar male si fa peccato ma ...intanto gli incssi correvano, ora si parla di restituirli anche a chi presenta un solo selfie scattato in loco per provare la sua presenza, mah, sono molto perplesso. La mostra ha aperto i battenti il 16⁄3⁄2017 ed è, stata chiusa anticipatamente (di due giorni) rispetto alla scadenza prevista. Sul sito della Fondazione Palazzo Ducale è stato inserito il seguente comunicato: «Palazzo Ducale prende atto dell’iniziativa della Procura di Genova, alla quale ha fornito come doveroso la massima collaborazione. In conseguenza del procedimento in corso e indipendentemente dalle sue evoluzioni e da come si concluderà, Palazzo Ducale ha subito consistenti danni d’immagine e materiali (e rischia di subirne ulteriori) e si configura esclusivamente come parte lesa. Palazzo Ducale rimarca di non avere organizzato direttamente la mostra avendone commissionato la realizzazione e la selezione delle opere, a un partner di prestigio nazionale e internazionale come MondoMostre Skira con cui, da anni, ha avviato una consolidata e importante collaborazione a partire dalle mostre “Frida Kahlo” e “Da Van Gogh a Picasso. Capolavori dal Museo di Detroit”, quarta mostra italiana per numero di visitatori nel 2016. MondoMostre Skira ha scelto un curatore, Rudy Chiappini, per oltre 20 anni direttore del Museo d’ Arte di Lugano, curatore riconosciuto di mostre di respiro internazionale, tra cui anche su Modigliani, e mai in alcun modo discusso dalla comunità scientifica. Per questo Palazzo Ducale ritiene di aver operato con i tradizionali criteri di prudenza e di attenzione sia con l’individuazione di un partner di grande esperienza internazionale (nei confronti del quale e del suo presidente Massimo Vitta Zelman, alla luce della positiva esperienza maturata negli anni, non può che esprimere piena fiducia) sia accettando una curatela scientificamente riconosciuta. Palazzo Ducale conferma la propria fiducia nella magistratura e si riserva di tutelare in ogni sede i propri diritti e la propria immagine. Palazzo Ducale e MondoMostre Skira, a fronte degli accertamenti investigativi ancora in corso, scelgono autonomamente per rispetto del pubblico e dei visitatori di anticipare di tre giorni la conclusione della mostra che pertanto da oggi non sarà più visitabile.» È il tentativo di scaricare su altri ogni responsabilità ma chi ha scelto la MondoMostre Skira Srl con sede a Milano? Qui il suo sito È ovvio che le resposabilità sono di chi ha concretamente organizzato la mostra, di chi ha scelto le opere e di chi ha avallato tali scelte, ma non ci si può tirare indietro come se niente fosse, anzi dichiararsi parte lesa. Può anche essere che tecnicamente la Fondazione possa essere qualificata “parte lesa”, non entro nei meandri dei tecnicismi legali, ma l’immagine della mostra è completamente saltata e la Fondazione ne risernte sicuramente. La notizia ha avuto rilevanza nazionale, persino Il Sole 24Ore ha pubblicato un ARTICOLO ed è stata oggetto di comunicazione anche sul sito dell’ ANSA del CORRIERE.IT e di altre testate. Insomma tutto il mondo lo sa. Le opere sono state sequestrate il 16⁄7 e da pochi giorni è giunta la conferma che si tratterebbe di falsi. Patetico, ex post, il comunicato stampa del tanto decantato Presidente della Fondazione, Borzani Anche Chiappini gioca allo scarico barile, virtù, molto italica, secondo cui è, sempre colpa di qualcun’altro. Riporto da Il Sole 24 Ore: «Si difende Chiappini il curatore della mostra genovese: “Per me non cambia nulla. L’attribuzione delle opere a Modigliani non l’ho fatta io, mi sono solo limitato a raccogliere informazioni già esistenti. Bisognerà risalire alla fonte, a chi ha fatto la prima attribuzione. Io resto comunque dell’idea che quei quadri siano buoni”. “Bisognerà leggere la perizia – prosegue Chiappini –: certo è che se parla di cornici è ridicolo. Ogni proprietario mette le cornici che vuole. Comunque quei dipinti sono stati esposti anche da altre parti e la loro autenticità era basata su attribuzioni fatte da altri studiosi e esperti.”». Non solo gioca allo scaricabarile ma insinua il sospetto e cerca di mandarla sul ridicolo (sulle cornici). Quando si dice “il silenzio è d’oro!” Da ultimo è notizia di ieri (12⁄1), ampiamente ripresa dal Sexolo XIX di oggi che la Quattrocchi sostiene la connivenza degli organizzatori che “sapevano benissimo che si trattava di falsi” ANSA Desidererei sapere se è stato chiesto il rimborso integrale dei compensi pagati ai vari responsabili nonché se è stata fatta una causa civile per i danni materiali e morali che la Fondazione ha sicuramente subito. I danni materiali non è difficile provarli, tutti i costi sostenuti per l’organizzazione, quelli morali, ovvero il danno d’immagine è più difficile da quantificare. Infine una proposta: perché la fondazione non rende il conto (dettagliato) degli incassi e dei costi sostenuti, indicando nominativamente tutti i compensi che ha elargito? In tanta nebbia sarebbe una bella operazione di trasparenza. Speriamo che almeno, facendo buon uso di questa amara vicenda, i soggetti coinvolti vengano messi al bando: la società MondoMostre Skira, il curatore Rudy Chiappini, Joseph Gutmann, mercante d’arte ungherese prestatore di 11 quadri (forse il più interessato di tutti a valorizzare le sue opere), e Massimo Vitta Zelman presidente di Mondo Mostre Skira. E non solo dalla Fondazione di Palazzo Ducale ma tutte le iniziative culturali organizzate in Italia |